venerdì 19 luglio 2013

PARLIAMO ANCORA DI OPG........................

Quello sotto riportato è un contributo della Dottoressa Maria Nacci, Psichiatra  e dirigente del Partito Democratico, mi sembra utile anche per fugare ogni dubbio sulle competenze e sugli indirizzi che qualcuno vorrebbe mettere in vendita......magari a buon prezzo.



Dopo gli OPG l’assistenza e la cura psichiatrica in Puglia possono essere tutta un’altra storia!

Si chiudono gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari: unanime il consenso della psichiatria italiana.
Questo è il punto di partenza. Qui si apre il dibattito. E qui nascono e si diversificano alcune proposte sui percorsi alternativi ai manicomi giudiziari.

Nel documento ufficiale della Società Italiana di Psichiatria si legge:
“…Il processo di superamento degli OPG prevede il potenziamento dell’intervento dei Dipartimenti di Salute mentale (DSM) negli istituti di Pena, oltre alla realizzazione di una sezione speciale di osservazione psichiatrica in almeno una casa circondariale per ciascuna regione (DPCM 01.04.2008)…”
Localmente vengono prodotti documenti sullo stato di realizzazione delle attività e le criticità rilevate di cui il rischio suicidario in carcere ne è un drammatico esempio.
Il processo di superamento degli OPG prevede la realizzazione in ogni regione di una o più strutture residenziali alternative all’invio in OPG, i cui requisiti strutturali ed organizzativi sono stati stabiliti dal Decreto del Ministero della Salute in concerto con quello della Giustizia del 01 ottobre 2012. E si conclude:
Siamo assolutamente favorevoli alla chiusura degli OPG purché accompagnata da un adeguato investimento scientifico ed economico sui percorsi di cura alternativi, che non devono essere limitati alla creazione delle strutture previste dalla normativa e non ancora realizzabili, ma principalmente all’incremento dell’investimento sui DSM delle ASL, affinché possano attrezzarsi a realizzare dei percorsi di cura adeguati dentro e fuori agli Istituti di Pena.”

Il Comitato STOPOPG innesca un vivace dibattito sul territorio nazionale ed afferma che:
1. l’esecuzione di misure di alternative all’internamento e alla detenzione sono possibili se i servizi di salute mentale del territorio di provenienza (residenza) della persona internata intervengono attivamente. Per chiudere gli Opg bisogna offrire - e sostenere - buoni servizi per la salute mentale nel territorio. Come peraltro dichiara la relazione conclusiva della Commissione parlamentare d’inchiesta sul SSN sui servizi di salute mentale (presidente Marino). Servono risorse per il SSN e scelte forti di Regioni e Asl.
2. le risorse “aggiuntive” destinate dalla legge 9/2012 per superare gli OPG e già ripartite tra le regioni siano affidate ai Dipartimenti di Salute Mentale per la presa in carico e i Progetti individuali (budget di salute).

La Regione del Friuli Venezia-Giulia individua percorsi personalizzati specifici di cura alternativi all’Opg.

La Regione Campania, sede tra l’ altro dei due più numerosi Opg italiani quali Napoli ed Aversa, sta ancora valutando quale può essere un percorso possibili, pertanto ogni affrettata conclusione in questo momento appare superficiale.


La Regione Puglia, decide di individuare Strutture alternative con una capienza di 20 utenti. Il rischio è che una scelta di civiltà che ha indotto il Parlamento, nella passata legislatura, sulla spinta della Commissione presieduta dal Sen. Marino, a dichiarare inammissibile la detenzione di persone “malate”, considerate incolpevoli dalla Legge”, in luoghi ottocenteschi in cui la previsione “fine pena mai” era, per molti versi può esserlo ancora, la regola.

In realtà i pazienti, cittadini pugliesi, detenuti al 30 giugno 2013 non superavano il numero di 46 e nello specifico, come rilevato da dati ministeriali, solo negli ospedali di Barcellona Pozzo di Gotto (33), Aversa (3) e Napoli (8).

La Regione, l’Assessorato alla Salute e le stesse ASL devono ripensare completamente l’intervento. E’ necessario il confronto ed il coinvolgimento di quanti si sono battuti in questi anni contro la natura degli Ospedali Psichiatrici giudiziari che pur continuando ad evocare “la follia” e la “pericolosità sociale”, hanno ristretto nello stigma, oscurando, nascondendo, il problema.
Emergono i limiti della norma legislativa che affida in ogni caso all’Autorità giudiziaria l’eventualità di accesso, per i pazienti, alle Strutture riabilitative, ciò nonostante alcuni Servizi territoriali hanno avviato da tempo processi di integrazione, segnando una tendenza che sta diventando prassi consolidata in Puglia. Tutto ciò ha portato ad una collaborazione fra Magistratura e Centri di Salute Mentale che porta la prima a non inviare più in OPG, individuando, con la collaborazione dei secondi, percorsi terapeutico riabilitativi alternativi e personalizzati che prevedono misure di sicurezza domiciliari o presso Comunità psichiatriche o per doppia diagnosi.
Questi stessi CSM non hanno, a tutt'oggi, pazienti ristretti in OPG attraverso l’inserimento in Comunità in piena collaborazione con la Magistratura.

La ASL Brindisina decide di impegnare 3.728.000 di Euro come “Progetto per l’allocazione di una struttura alternativa all’OPG ( art. 3 ter Lex 09/2012) all’interno dell’ex Stabilimento Ospedaliero di Ceglie Messapica”.
Tutto ciò a fronte di uno stanziamento complessivo di 11.310.689,11 Euro per la Puglia.
Al di là della cospicua fonte di finanziamento, è la filosofia ispiratrice che ci pare riproporre aspetti che rischiano di riprodurre esclusivamente la logica della “custodia” fuori da ogni possibilità di reinserimento sociale.

Bene ha fatto il Parlamento ad imporre termini perentori, poi slittati, per la chiusura, ma siamo altrettanto convinti che questo tempo vada utilizzato per cercare soluzioni che rispondano a criteri di vera riabilitazione. Nessun intervento, su soggetti pur sempre problematici, in un numero che riteniamo elevato, appunto venti, è possibile. Con il rischio anche di tensioni con le Comunità locali che non possono essere illuse da aleatorie promesse, certamente limitate, di incrementi occupazionali. A meno che non si vogliano richiudere cancellate ed innalzare sbarre. Sarebbe certamente il fallimento delle buone intenzioni mostrate dalla “Commissione Marino”. Lavoreremo e ci impegneremo affinché tutto questo non accada.

18 Luglio 2013

Maria Nacci
Psichiatra
Dirigente Partito Democratico

OSTUNI

Stasera ne parleremo insieme alle ore 19:30 presso la Chiesa di San Demetrio......vi aspettiamo.